Gianni Letta: «Lo sport? Dev'essere sano e lontano dalla politica»
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha risposto ad alcuni quesiti di Comunitazione parlando dei valori dello sport, dall’imminente Torino 2006 alla chiacchierata Pescara 2009. Ecco cosa bisogna veicolare e in che modo possono essere trasmessi concetti importanti per la comunicazione.
Sottosegretario Letta, gli sport sono tutti uguali?
«Godono tutti di uguale dignità e considerazione, anche se il nostro è indubbiamente il paese del calcio. Credo che con il trionfo, qualche mese fa, dell’Italia eurocampione di volley, non si sia vinto solo il titolo, ma anche il riscatto di una serie di discipline sportive per troppo tempo dimenticate. In quell’occasione, la Rai ha fatto il record d’ascolto, superando il 22% di share in una rete che solitamente sta tra il 9 e il 13%. Questa è la prova di un grande interesse che c’è attorno a tutto lo sport».
Quali caratteristiche deve avere lo sport sano? Che cosa deve comunicare?
«Le caratteristiche devono essere la voglia di vincere, la lealtà sportiva e l’agonismo. Va comunicata un’immagine positiva dello sport, senza affiliazione politica. Il Coni deve essere indipendente dalla politica, riuscire a creare un consenso corale che prescinda dalla politica: questa è la prima garanzia del risultato finale. Bisogna essere efficienti nell’esercizio di vigilanza che la legge riconosce al governo. Quando lo sport si riporta ai suoi veri valori senza essere inquinato da interessi e altro, ti entusiasma, diventa bello».
A proposito di valori, cosa si può fare in concreto per contrastare la violenza negli stadi?
«Credo che le misure adottate dal governo per combattere questo problema abbiano già sortito i primi effetti: bisogna continuare su questa strada».
La macchina organizzativa di un evento sportivo dev’essere perfetta, così da comunicare all’esterno un’immagine efficiente?
«Sì. Quando abbiamo vinto il nostro sesto titolo europeo di volley, mi sono rallegrato di non aver mai visto in nessuno stadio una partecipazione così corale, così attiva. È stata una vittoria anche dell’organizzazione, che ha fornito all’Europa un esempio di capacità e perfezione: tutto era elegante e con un’ottima sintonia dei tempi».
Dunque, ci vuole cooperazione?
«La sinergia è necessaria. Noi abbiamo superato le difficoltà di Torino 2006 perché abbiamo messo insieme tutte le istituzioni: governo, regione, provincia e comune. Dovremo fare lo stesso anche nell’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009».
I Giochi del 2009 potranno essere un’opportunità non solo per l’Abruzzo…
«Siamo protesi verso il Mediterraneo e in esso vogliamo essere protagonisti. Ciò potrà servire anche in prospettiva di politica internazionale, per il processo di pace in Medio Oriente: un motivo in più per stringerci in una collaborazione che deve essere tempestiva».

